La straordinaria varietà di whisky del mondo ha nel tempo preso strade diverse, con territori che si sono espressi in un senso o nell’altro, dando vita a una moltitudine di bottiglie che possono di certo essere fonte di dubbi in chi pensa di approcciare questo argomento tanto ampio quanto meraviglioso.

La prima distinzione da fare è tra paesi produttori e negli anni - anzi, nei secoli - la legislazione di ciascun Paese ha pensato bene di connotare maggiormente il proprio prodotto apponendo diciture univoche


Caratteristiche dello Scotch

Il caso dello scotch è eclatante: scotch significa scozzese, per cui qualsiasi whisky scozzese può e deve essere ribattezzato scotch. L’unico vincolo è la produzione che deve avvenire interamente in Scozia. Per quanto riguarda i whisky d’orzo si parla di single malt scotch whisky; per quelli di grano si parla di single grain scotch whisky, mentre per le miscele tra le due tipologie oppure per whisky risultati dall’unione di distillati provenienti da varie distillerie si parla di blended scotch whisky.

In sintesi: che sia fatto interamente di orzo o di grano o di una miscela dei due cereali, qualsiasi whisky prodotto in Scozia è denominato Scotch. Un tempo era in vigore la denominazione Vatted per indicare gli Scotch WHisky frutto dell’unione di Scotch Whisky di orzo provenienti da diverse distillerie, un termine che oggi è stato sostituito da Blended Scotch Whisky o che non viene menzionato in etichetta.


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Caratteristiche del Bourbon

Il bourbon arriva da tutt’altra parte e negli anni ha perso la connotazione originale di “bourbon whisky” a volte sostituendo e a volte esprimendo qualcosa di diverso dal classico whiskey americano. Il vincolo in questo caso è legato al cereale utilizzato che deve essere per la maggior parte (almeno il 51%) mais, mentre la restante parte può essere composta da segale, orzo o frumento o un blend dei tre. Un whisky di segale avrà in etichetta la dicitura “Rye” ma non Bourbon.

L’affinamento del bourbon prevede almeno due anni in botti di rovere americano vergine, un tratto distintivo e obbligatorio che va a connotare con precisione ogni whiskey americano. La differenza con lo Scotch (e con qualunque altro distillato del mondo) è l’obbligo della botte nuova, mentre altrove si possono utilizzare tipologie di botti differenti, nuove o usate, con provenienza varia, cioè dall’industria dello sherry, del porto, del vino e di molti altri distillati e liquori.


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Differenze tra Bourbon e Scotch nella degustazione

A livello di degustazione, lo Scotch ha tante sfumature da analizzare e, benché meno che in passato, l’influenza della zona di produzione è evidente: la parte delle isole - Islands e Islay - prevede whisky muscolosi e spesso torbati, mentre l’interno - Speyside e Highlands - prevede whisky mediamente affinati con note fruttate, floreali, di miele e frutta secca, spesso frutto dell’affinamento in grandi botti che in precedenza hanno contenuto sherry.

Il Bourbon ha un tratto comune costituito dalla precisa nota dell’affinamento in botti di rovere vergine, un mix di vaniglia, caramello e miele che è facile riconoscere, mentre il cereale utilizzato in distillazione va a esprimersi con decisione e personalità. Queste sono ovviamente semplificazioni che nella pratica dell’assaggio possono venire smentite o confermate dal nostro palato.