Whisky italiano: grande selezione online

Whisky italiano: grande selezione online
La storia del whisky in Italia si può suddividere in due fasi, con il 2010 a fare da spartiacque tra la scena italiana legata a collezionisti e imbottigliatori e la produzione italiana, resa possibile dall’unica distilleria di whisky, ovvero Puni in Alto Adige.
Quando si parla di Italia del whisky è necessario approfondire alcune figure che hanno reso il nostro Paese uno dei principali consumatori anche da un punto di vista qualitativo: impossibile non menzionare Glen Grant 5 e Macallan 7, ovvero le due bottiglie più iconiche e che le rispettive distillerie producevano soltanto per il mercato italiano.
Storia del Whisky in Italia
Facciamo un passo indietro nella Storia: nel Secondo Dopoguerra la stragrande maggioranza dei whisky in commercio era di tipologia blend, ovvero un mix tra whisky di orzo e whisky di grano, andando a creare prodotti di età contenuta, spesso senza dichiarazione di invecchiamento in etichetta, per un gusto morbido, con scarse asperità e destinato al largo consumo. Le bottiglie di questa tipologia venivano spesso adoperate come regali natalizi o di compleanno, spesso non per assecondare i gusti di chi riceveva il regalo ma semplicemente perché prodotti ritenuti di pregio. Negli anni ’60 la situazione è leggermente cambiata e di fianco ai blended whisky (un tempo chiamati anche vatted o con altre denominazioni oggi non più legalmente riconosciute) sono aumentati i single malt whisky, ovvero i whisky prodotti da una singola distilleria e di origine 100% malto.Gli Imbottigliatori Indipendenti e Samaroli
Uno dei primi al mondo a viaggiare in Scozia, selezionare e importare bottiglie di whisky single malt è stato Silvano Samaroli, leggendario imbottigliatore indipendente che ha selezionato alcune delle bottiglie di whisky più richieste dai collezionisti, con prezzi in costante ascesa. Silvano Samaroli ebbe l’idea di andare direttamente in distilleria per assaggiare whisky provenienti da varie botti e poi metterle in commercio con il proprio nome, andando a creare un vero e proprio brand. La pratica della selezione indipendente non è nata con Silvano Samaroli ma è precedente, eppure la capacità di Samaroli è stata quella di ampliare l’attenzione su questi prodotti. Da quel momento in poi diverse distillerie hanno iniziato a produrre bottiglie di single malt con il proprio nome in etichetta e, soprattutto, ad esportarle in tutto il mondo, Italia compresa.
Silvano Samaroli è stato il primo, ma in breve altre persone hanno iniziato a seguire il suo esempio: Giorgio d’Ambrosio ha iniziato a selezionare botti per il proprio whisky bar, il Bar Metro di Milano. Ernesto Mainardi ha fondato un’azienda dedicata a questo scopo, Sestante, che oggi è confluita nel marchio Silver Seal di proprietà di Massimo Righi, con sede a Formigine, in provincia di Modena.
Queste figure hanno insegnato a diverse generazioni di bevitori di whisky ad apprezzare un single malt, al netto delle asperità e del carattere irruento di queste bottiglie, spesso con una gradazione superiore ai classici 40/43 gradi della maggior parte delle bottiglie in commercio. Oltre a questo, l’Italia ha un passato glorioso in fatto di collezionismo: le collezioni di whisky italiane sono tra le più note al mondo, con l’allure mitologico che solo decenni di ricerca possono regalare.
Le collezioni più importanti tra quelle note sono state quella di Edoardo Giaccone, leggendario collezionista e proprietario di un bar a Salò, collezione citata addirittura nel Guinness dei Primati negli anni ’70. Giaccone ha inoltre selezionato diverse bottiglie di single malt.
Ha fatto notizia invece la vendita di un’altra collezione monumentale, ovvero quella di Valentino Zagatti, con oltre seimila bottiglie con le quali è stato addirittura aperto un museo in Olanda. Zagatti ha infatti venduto la sua collezione nel 2015.
La storia degli imbottigliatori indipendenti prosegue oggi con Valinch & Mallet, Wilson & Morgan, Hidden Spirits, High Spirits e altri che si stanno affacciando sul mercato in questi anni.
Nel 2010 è avvenuta la svolta, ovvero la prima pietra della prima distilleria di whisky italiano al 100% : la famiglia Edensperger ha infatti deciso di dedicarsi alla produzione in prima persona: siamo in Alto Adige, vicino alla città di Glorenza, la distilleria è contenuta in un grande cubo di mattoni rossi a vista e dal 2015 è possibile dunque assaporare un whisky italiano. La gamma di prodotti targati Puni si sta ampliando, anche grazie al favore generale che vari appassionati stanno tributando a questi whisky. Sono arrivati diversi punteggi molto positivi da parte dei principali giornalisti di settore.
È possibile trovare alcune bottiglie con la scritta “whisky italiano” datate anni ’70 e ’80: si tratta di whisky scozzese importato e venduto con un altro nome di provenienza.
Concludiamo con un aneddoto: nel 1749 un italiano, precisamente il bolognese Giacomo Justerini, si trasferì a Londra per amore della soprano Margherita Bellino. Justerini proveniva da una famiglia di droghieri e vide che gli inglesi prediligevano il consumo di liquori dolci, così decise di mettersi in affari e trovò un socio di capitale, George Johnson, allo scopo di vendere alcolici tra cui alcuni di invenzione del droghiere Justerini. L’azienda che fu creata oggi è nota come Justerini & Brooks, ovvero il famoso marchio di blended whisky J&B, attualmente il quarto whisky più venduto al mondo.