Akashi Meisei

Whisky Akashi Meisei

BOTTIGLIA  ASTUCCIATA 500ml

La distilleria White Oak è una delle più antiche aziende giapponesi produttrici di sake, e da qualche decennio ha intrapreso un cammino nel mondo del whisky, visto anche il crescente interesse interno ed estero per questo distillato. La produzione è come sempre curata all’eccesso, sia parlando delle materie prime sia riferendosi alla produzione, dove la tecnica scozzese è stata perfezionata per anni. Questo Akashi Meisei è uno dei prodotti più venduti all’estero, il nome è la traduzione di Celebrità e di certo questo whisky giapponese è una piccola eccellenza da conoscere. Il procedimento è molto semplice quanto curato nei dettagli: il whisky affina per alcuni anni (sopra i cinque anni) in botti di rovere americano, si tratta di un blended whisky in quanto unione di whisky di grano e whisky di malto, andando a smussare le asperità con una grande eleganza avvertibile da subito. White Oak si trova in uno dei posti più suggestivi del Giappone, ovvero la prefettura di Hyogo, nota per l’attitudine alla pesca e alla dimensione rurale della cittadina di Akashi. Il pesce di Hyogo è noto nei migliori ristoranti del Giappone, così come il mare ha un influsso positivo su l'affinamento del whisky nelle botti di rovere.

GUSTO

Morbido e rotondo, note delicate di cereali e frutta gialla, per poi tornare su cenni agrumati di limone e arancia, lasciando spazio anche alle sensazioni dell’affinamento, crema pasticcera, vaniglia e biscotti ai cereali. Finale piacevolmente speziato e appagante.

AFFINAMENTO

Botti di rovere Hogshead.

DETTAGLI AGGIUNTIVI SUL WHISKY AKASHI MEISEI

La distilleria White Oak da cui questo whisky nasce si trova nel paesino di pescatori di Eigashima e, se da un lato questa similitudine con alcune tra le migliori distillerie scozzesi salta subito all’occhio, dall’altro lato il clima della zona è piuttosto mite, fatto raro per le distillerie giapponesi, tanto da rendere White Oak unica nel suo genere. Avere a che fare con un clima mite - con estati lunghe e calde - fa in modo che l’affinamento sia leggermente più velocizzato, dato che la percentuale di evaporazione annua è superiore rispetto a distillerie in climi più freddi.

Una via di mezzo tra la Scozia e alcuni nuovi Paesi produttori (Taiwan ad esempio) in cui la percentuale di evaporazione supera le due cifre e non consente un passaggio in legno più lungo di qualche anno, per evitare che il contenuto in alcol scenda sotto la fatidica soglia del 40%, rendendo lo spirito non più etichettabile come whisky. La scelta dell’azienda di fondare una distilleria in questo paesino è sicuramente anche legata alla qualità dell’aria e delle materie prime, tra cui ovviamente l’acqua fa la parte del leone.

Risulta inoltre che la distilleria abbia lavorato whisky fin dagli anni ‘60, una percentuale molto piccola rispetto al totale dei distillati prodotti. Stiamo parlando di un momento storico in cui le esportazioni sono ridotte all’osso e la percentuale di whisky consumato è veramente poca cosa rispetto alle fette più consistenti di shochu e sake, bevande nazionali e senza dubbio più note e consumate anche da neofiti o non appassionati. Esistono però alcune bottiglie e alcuni documenti che certificano l’interesse anche per il whisky, fino a quando - a partire dalla fine degli anni ‘60 - al whisky venne dedicata una parte più ampia in stile scozzese e con due alambicchi pot still nuovi, più piccoli rispetto ai precedenti.